E' la Domenica conosciuta come "Domenica della gioia".   Infatti la Liturgia della Parola inizia con un pressante invito alla gioia.

"Gioisci, esulta, rallegrati, non temere, non lasciarti cadere la braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente". Questo invito del Profete Sofonia viene ribadito da S. Paolo che esorta la comunità di Filippi, ed anche la nostra comunità di Samo, a rallegrarsi perché "il Signore Gesù è vicino". Vicino di una vicinanza che è vera comunione, perché Gesù, "Dio vero da Dio vero" si è fatto uomo, è nato per la nostra salvezza dalla Vergine Maria come vero uomo, in tutto simile a noi uomini, eccetto il peccato. Con la nascita di Gesù a Betlemme è avvenuto tra Dio e noi uomini uno scambio di doni: Dio ha donato a noi uomini la sua stessa natura divina e noi abbiamo dato a Lui la nostra natura umana. Non può esserci una vicinanza più grande di questa, ma ricordiamo che Gesù si è fatto simile a noi, eccetto il peccato.

E' da questa vicinanza di Dio che ci impegna a liberarci dal peccato che scaturisce la gioia per noi uomini. Comprendiamo allora le parole di Giovanni Battista rivolte a noi che domandiamo quello che dobbiamo fare per liberarci dal peccato ed arrivare alla gioa: "Che dobbiamo fare?" .

Giovanni rispose: "Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha del cibo faccia lo stesso...Non esigete niente di più di quello che è stato fissato...Non fate violenza a nessuno, non denunciate il falso, accontentatevi della vostra paga..."   

E' così indicata a noi la strada della vera conversione che conduce alla gioia che sarà "finalmente piena" quando avverrà il nostro incontro con Gesù "faccia a faccia".