Un
compositore a Samo…
Stiamo
parlando di Pietro Scabellone ( Piero
per gli amici )
Appassionato
di musica, ha studiato composizione al conservatorio “F.Cilea” di Reggio
Calabria dedicandosi alla stesura di vari componimenti di vario genere .
In
particolare qua di seguito vengono proposti in formato audio alcune composizioni
per banda ( Precacori, Omaggio a Samo, Violetta
Jazz,
Alessandra e l’ ottavino
ed Invocato abbraccio)
che riassumono sicuramente al meglio gli anni trascorsi con i ragazzi del banda
del paese di cui peraltro è stato per un periodo il direttore. Farei
particolare attenzione sulla cronistoria musicale
dell’ inno sinfonico “Precacori”
Cronistoria musicale di “Precacori"
“
PRECACORI ”: un dramma in musica
Ho composto questo inno con l’intento di rievocare quello che successe
tanti anni or sono all’antico borgo di Samo quando fu quasi completamente
distrutto da un alluvione.
Esso
all’epoca era collocato su un promontorio come un’acropoli che per arrivarci
bisognava ( e tuttora è cosi ) percorrere un tragitto veramente angusto; oggi
è stato ricostruito più a valle, ma i ruderi ancora si vedono, stanno là a
testimoniare quel dramma.
Ebbene,
noi tutti, samesi e non, oggi chiamiamo quel paese vecchio “Precacori”,
nome derivato, dice la leggenda, dalla esclamazione di una donna che nel
vederlo crollare prima di morire gridò con dolore: “ mi crepa u cori!” (mi
crepa il cuore).
E
questa donna che si strazia di dolore (impersonificata
dalla tromba nel suo assolo) è il fulcro della composizione.
Le
prime due note dell’introduzione suonate dalle trombe è come se volessero
destare nell’ascoltatore una certa attenzione, cioè a volgere lo sguardo in
alto verso quel promontorio (non a caso le due note sono separate da un
intervallo di quinta ascendente che proietta la melodia in alto).
Quindi,
una volta inquadrato lo scenario, ecco
che come una furia si scatena
l’alluvione! Siamo al primo ritornello ovvero nell’introduzione.
Poi…,
sul dramma, ecco che con un senso quasi mistico si cala una
melodia dal sapore puramente malinconico: è il tema principale.
E
questo all’improvviso sembra perpetuarsi nel modo maggiore come se subisse un
ventata di ottimismo, quasi di rinascita : ma è un’ illusione! Perché
ritorna quello di prima, reso ancora più angoscioso dall’entrata di altri
strumenti ma soprattutto e sottolineo soprattutto (inteso dinamicamente sopra
tutti gli altri strumenti) dall’entrata della tromba solista che impersonifica
la donna che si lamenta. E quindi ricade ancora nella stessa illusione che però
questa volta è stroncata veramente, dalle tre battute che precedono il
ritornello finale (quello di “cu cori”).
“Cu
Cori” appunto,
a sottolineare che è il battito del cuore della donna a dare il ritmo finale
alla composizione: battito scandito dalla batteria e dall’accompagnamento
principalmente ma non solo; battito che insiste sempre più, sempre più
martellante a significare l’immenso dolore della donna ; battito di un cuore
che non vuole cedere, di “un cuore che non si da ragione”; di un cuore di
una donna che prima di morire ha la forza di liberare al vento un grido: “mi
crepa u cori”!*
Battito
che infine ha solo la forza di spegnersi, di morire…**
**
ritmo battuto dalla cassa ed eventuali timpani che va rallentando e morendo.
I BRANI COMPOSTI DAL GIOVANE ARTISTA SAMESE:
OMAGGIO A SAMO:ascolta - PRECACORI ascolta -
ALESSANDRA E L'OTTAVINO -ascolta-
VIOLETTA JAZZ: -ascolta-
INVOCATO ABBRACCIO:-ascolta- ( dedicata al caro amico Antonio Brancatisano prematuramente scomparso):CIAO ANTONIO!
PER INFORMAZIONI
Cellulare: 349/7595805