SAMO
Che tristezza vederti soffrire cosi' tanto per il rinnovato mal cambiamento,
ti ricordo allegra e spiritosa e per le anguste vie,c'era tanta allegria e tanta bontà.
Or mi piange il cuore, nel vederti ridotta in uno stato comatoso e senza luce. Dimmi Samo, dove sono quei suoni melodiosi che provenivan d'antica saggezza contadina; dove sono gli uomini che ti hanno sempre amato e difeso, dov'è quel Natale, che prima ancor d'iniziar Novena si sentiva già per le strade l'odor di festa, q quel suon di campane che ti riempiva il cuor di gioia?
Dimmi o Samo, chi ti ha ridotta così, non ti riconosco piu',
Il tempo ha cambiato il tuo dolce volto trasformandolo in una statua di freddo marmo, e le stagioni ti sono persino ostili.
DIMMI O SAMO!
MA PER FARTI RITORNAR COM'ERI PRIMA,
BISOGNA FORSE SVEGLIARE I NOSTRI MORTI?
Autore: Pino Pizzati