La tradizione religiosa degli abitanti di Samo affonda le sue radici nella grecità più antica e si rinvigorisce durante l'occupazione bizantina, quando le città dell'estremo sud d'Italia tornano a vivere fermenti di cultura e di speculazione filoso-fica, soprattutto ad opera dei monaci basiliani. Infatti a Samo si forma nell'VIII secolo un cenobio di monaci di S. Basilio, che, provenienti dal lontano Oriente, dove imperversa l'eresia iconoclasta, qui trovano asilo sicuro, tranquillità e pace. Tale cenobio rimane attivo fino alla fine del XV secolo quando dal rito greco si passa a quello latino, e quando la sua piccola Badia passa in commenda all'arciprete di Precacore. A Samo vengono erette numerose chiese di cui, purtroppo, non resta a alcuna traccia: S. Leo, S. Domenica, S. Caterina, S. Lucia, S. Marina, ecc. La chiesa oggi esistente è la parrocchia dell'Annunziata che, prima della definitiva sistemazione, ha subito, nel corso dei secoli, molte vicissitudini. Dopo il terremoto del 1908 è trasferita da Precacore nell'attuale Samo e precisamente in Piazza Municipio, ma le intemperie presto la distruggono, perché è una semplice racca di legno. Si decide allora, col beneplacito del barone di Roccella, di spostare la parrocchia nella chiesa di sua proprietà, ubicata accanto al suo palazzotto ove si trova tuttora. La sua struttura, negli anni trenta, è modificata grazie all'interessamento del canonico Giustino Moio. Agli inizi degli anni settanta altri la di ristrutturazione sono proposti da don Gioacchino Bonfà e don Carmine Morabito; dal 1991 è retta da padre Claudio Cantù, missionario dell'ordine dei Mojtani. Oggi la chiesa sorge con una tipologia edilizia molto semplice: navata unica di di forma rettangolare, tetto a finte capriate rivestite in legno, presbiterio articolato volumetricamente, esterno con pronao e due porte laterali. All'interno si possono ammirare: l'altare abbellito da tre mosaici che ricordano episodi della vita di S. Giovanni Battista; il battistero in pietra di Capo d'Armi, dietro al quale c'è un mosaico che riproduce una cerva che "anela ai corsi delle acque"; il leggio decorato con mosaici che rappresentano i quattro evangelisti ed il Crocifisso in legno.