Soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Cordì
I° TEMPO
Al bar di Franco Mandarano c’è una grande festa. Finalmente, dopo anni di assenza, Mandarano è tornato a vendere i giornali nel suo locale. Per festeggiare l’avvenimento, Domenico Mandarano ha invitato tutti i ragazzi di Samo. Anche Manuel e Peppino, in qualità di ex ragazzi di Samo, sono lì. Ad un certo punto Peppino dice a Domenico: “ Facci due caffe, a me e Manuel, il mio fammelo macchiato”. Domenico si volta verso Manuel e gli chiede: “ Ed il vostro, cumpari Manueli come lo volete?”. Manuel sta parlando con Gianluca e risponde distrattamente: “Corretto. Come ti stavo dicendo, caro Gianluca, a me mi piace la musica…”. Domenico Mandarano prepara il caffe macchiato per Peppino ed intanto dice a Manuel: “Si dice a me piace la musica, non a me mi piace”. Manuel, che si aspettava il caffè che aveva ordinato, non vedendolo arrivare chiede a Domenico: “Scusa, Domenico, il mio caffè che fine ha fatto?”. “Che cazzo volete di più ? Vi ho corretto. Me l’avevate chiesto voi prima”. Peppino scoppia a ridere convulsamente. Manuel, invece, si dirige verso i giornali alla ricerca di qualcosa. Peppino si riprende e urla in direzione dell’amico: “ Che stai cercando, Manuel?”. L’artista/autista gli dice: “ Voglio vedere che giornali leggono i giovani”. Peppino è allibito; non aveva mai sentito Manuel pronunciare una frase di senso compiuto tutta intera ed in una volta sola. Alla fine, Peppino riesce a rispondergli: “Ma che giornali vuoi che leggano… Leggeranno Il corriere dello Sport”. Manuel non è convinto e cerca fra i giornali. Domenico Mandarano lo ferma. Manuel ha messo tutto in disordine. Peppino dice qualcosa a Domenico nell’orecchio. Manuel vuole ascoltare. Domenico si volta verso Manuel e gli da una sberla. Peppino dice a Manuel: “ Se proprio lo vuoi sapere: ho appena riferito a Domenico la regola principale dei pubblicitari. Ogni sette secondi della loro vita, gli uomini pensano al sesso”. Manuel è pronto; subito risponde: “Ma sei proprio sicuro? Io non devo andare al bagno, ora!”. Peppino prende sottobraccio Domenico e lasciano solo l’artista/autista/autistico nel suo mondo fatto di tabloid. Manuel prende la rincorsa e sbatte prepotentemente il capo contro al muro. Peppino ci rimane male: “ Perché, oh manuel, hai fatto questo? “. Manuel risponde: “ Perché qui ci sono quotidiani, settimanali, mensili ma non ci sono testate. Allora ne ho data una io”. Peppino guarda la punta delle sue scarpe e pensa “quello che faccio non è la spia, ne informatore ne polizia”. La festa intanto giunge al suo culmine. Il bar è pieno di ragazzi di Samo. Di ragazze neppure l’ombra; sono andate tutte a far la fila dentro i centri commerciali. [Mi chiedo: ci sarà pure qualcuno che apprezzerà almeno un po’ questo fondamentale momento di analisi sociale degli attuali gusti delle masse?].
II° TEMPO
Peppino sta gustandosi un panino con la salciccia, preparato da Domenico Mandarano. Manuel sta ancora cercando fra i giornali. Gianlcuca sta gustandosi un dito dei suoi; per fortuna si tratta di un dito di una delle sue due mani. La discussione si accende. Peppino accusa i ragazzi di avere perso il gusto per le cose belle della vita: “Che razza di giovani siete. Ai miei tempi sì che ci sapevamo divertire. Ai miei tempi ci piacevano i bei vestiti, le belle donne, le belle automobili. Non come voi, ragazzi di ora, che…”. Peppino viene interrotto da Manuel che torna dall’edicola con una rivista in mano. “Che vuoi?” gli chiede Peppino infastidito. “Niente” fa Manuel “Mi sono sporto dalla finestra di questo bar e c’era il panorama”. “Bella scoperta” gli dice Peppino. Manuel però continua: “ La cosa strana è che poi ho dato un’occhiata nei giornali ed ho trovato questo”. Porge, dunque, a Peppino l’ultima copia di Panorama. In copertina c’è una fotografia della città di Torino vista di notte. Peppino guarda a lungo la rivista e poi chiede a Manuel: “Non capisco. Dov’è la cosa strana?”. E Manuel: “La cosa strana è che questo giornale si chiama Panorama, ma il panorama che c’è sulla copertina è diverso da quello che ho visto io dalla finestra”. Peppino rimane davvero male nel sentire ciò. Manuel peggio di lui! I due sono convinti che il fatto summenzionato sia davvero una cosa stranissima e non fanno che ripetere: “E’ strano. E’ strano. E’ davvero strano”. Domenico però li interrompe: “ Questo film deve pure finire prima o poi. Quindi, scusate se vi interrompo Peppino, ma Gianfranco (che lo sta scrivendo) ha le sue esigenze. Per cui, riprendendo il discorso di prima: che cosa vi abbiamo fatto noi giovani?”. Peppino risponde: “Ma io non dicevo voi; io non ho nulla contro di voi”. Domenico è incredulo. Il suo viso prende un’espressione meravigliata; alla fine riesce a chiedere a Peppino: “E con chi ce l’avete allora?”. Peppino torna dal posto dove sono i giornali con una rivista nelle mani; indicando tale rivista dice a Domenico: “Con questi”. Sulla copertina della rivista ci sono due ragazzi del Grande Fratello che si prendo per mano mentre guardano le stelle. “E chi sono?” domanda Domenico. Peppino risponde: “Come chi sono? Non vedi come si chiama questo giornale; si chiama Oggi. Io ce l’ho con i giovani d’oggi. Con quelli di questo giornale, appunto!”. Manuel batte le mani. Peppino getta il giornale a terra e improvvisa una macumba su di esso. Di lato ai titoli di coda è aperta una finestra nella quale vediamo un termosifone spento; inquadrato longitudinalmente.
Alle mie ragazze.
Si dice sempre “prendila con filosofia”. Non era meglio “dammela”? (GC)