Passeggiata tra preziosi tesori e visioni da fiaba Le vacanze a Samo possono essere "molto gradevoli" per chi intende il turismo non solo divertimento, ma voglia di riscoprire i valori di una vita semplice e di provare inaspettate emozioni a contatto con la natura e con la storia del passato. Riveste importanza soprattutto storica, l'itinerario che permette di raggiungere l'antica Precacore, dove si percepiscono ricordi, suggestioni e pensieri fatti di nostalgie malinconiche e di silenzi che si rincorrono, si confondono quasi a voler afferrare il significato della vita e del tempo. Più naturalistico è il percorso che, seguendo un costone roccioso, conduce sull'orlo delle gole della fiumara La Verde, la più bella e suggestiva tra quelle che sfociano nel mar Ionio. Il suo paesaggio si presenta quasi omogeneo, finché non si raggiungono le splendide gole formate da altissime pareti verticali che danno l'idea della forza erosiva dell'acqua della fiumara che, nel corso dei millenni, ha trovato una sua strada tortuosa per giungere fino al mare. Un sentiero molto impegnativo, ma affascinante dal punto di vista naturalistico è quello che da Samo conduce a Montalto, fino alla cima del monte da cui si domina tutto l'Aspromonte e si possono scorgere il mar Ionio, il Tirreno, l'Etna e le isole Eolie. Su questa cima è collocata la Rosa dei Venti, opera in bronzo del maestro Antonio Casillo, posta dal G.E.A.(Gruppo escursionisti d'Aspromonte), nell'estate del 1994. Questa stella a 32 punte (nella bussola indica le direzioni e nella marineria i nomi dei venti) è affiancata dalla statua del Redentore benedicente, anch'essa in bronzo che con la sua maestosità sembra vigilare sul territorio calabro-siculo. L'idea di porre una statua a Montalto risale al 1899, quando, in occasione del Giubileo, per salutare il XX secolo, si pensa di erigere venti monumenti al Redentore su altrettante cime del territorio italiano, fra cui viene scelto l'Aspromonte. Quest'ultimo itinerario, come un rifugio immerso in una cangiante tavolozza di verdi, si snoda in una aree più integre dell'intero complesso montuoso Aspromontano, in un habitat naturale caratterizzato da stupende fereste primordiali ed alte pareti rocciose,dove per addentrarsi bisogna percorrere "suggestive vie" non segnalate, avvolte, soprattutto nella zona da una vegetazione lussureggiante percorso, pur essendo ricco di ostacoli naturali, cascate, strapiombi, can; permette, comunque, di conoscere luoghi ignorati dal turismo convenzionale II sentiero è il protagonista principale dell'"avventura" e viene proposto modo da essere fruito soprattutto a piedi, seguendo quei ritmi naturali consentono di ammirare meglio i luoghi attraversati, di ascoltarne i suo goderne le luci, i colori, avendo cui non lasciare alcuna traccia visibile passaggio, per una forma di rispetto verso l'ambiente e chi lo abita.
Il ritmo della natura II territorio di Samo può essere considerato, dal punto di vista floristico e faunistico, un campione dell'habitat naturale di tutto l'Aspromonte, estendendosi da 302 m. di altitudine fino a 1955 m. Sotto il profilo floristico Samo ha molto da offrire. Alle quote più basse la vegetazione è costituita dalla macchia mediterranea che presenta una straordinaria mescolanza di forme e colori: la ginestra (spar-tium junceum ), l'erica arborea (erica arborea) detta "braverà", il mirto (mirtus communis) detto "marciadara"', il lentisco (pistacia lentiscus) detto "stincu", la fillirea (phillirea sp.), l'oleandro (nerium oleander) detto "landru oplembaci", la tamerice (tamarix africana o gallica) detta "brica", il corbezzolo, il cisto. Salendo un po' di quota si incontra il leccio (quercus ilex) detto "ilici" che con le sue varietà è l'albero più rappresentativo della foresta sempreverde mediterranea, quindi il castagno (castaneo sativa), la quercia (quercus frainetto), l'acero (acer campestre, pseudoplatanus, monspessulanum). Più in alto, nelle estese foreste, sono diffusi il faggio (fagus sylvatica), il pino laricio (pinus laricio variazione cala-brica) localmente detto "zappino " ed esemplari di rovere sui costoni più impervi dell'Aspromonte. A quote più elevate si trovano rari esempi di conifere dal portamento maestoso come l'abete bianco (abies alba). Completano la vegetazione del territorio di Samo, soprattutto nei luoghi umidi ed ombrosi, specie di felci molto interessanti come la Woodwardia radicans la cui origine risale all'era terziaria. Crescono spontaneamente, impreziosendo e colorando questi luoghi, diverse varietà di orchidee selvatiche, anemoni, narcisi, ciclamini, pansé. Caratteristica è anche la flora lichenica e muscinale che cresce spontaneamente sulle nude rocce delle fiumare. A questi ambienti naturali è collegata una ricca e variegata fauna, anche se l'accresciuta penetrazione dell'uomo ha contribuito ad allontanarla respingendola verso l'interno dei boschi e le pendici dei monti. Significativo il ritorno del lupo (canis lupus italicus), simbolo dell'Aspramente, la cui scomparsa negli anni 50, ha favorito la prolificazione del cinghiale. Tra i mammiferi di media e piccola mole sono da citare: il gatto selvatico (felis silvestris), il tasso (meles meles) detto "melogna", la volpe (vulpes vulpes), la martora (mar-tes martes), la faina (martes foina) detta "fuina", la puzzola (mustela puto-rius) detta "pitusu ", la donnola (mustela nivalis). Bisogna anche ricordare il driomio (dryomys nitedula) piccolo roditore, lo scoiattolo detto "zaccanella o gatto i zappinu", il ghiro (glis glis), l'istrice (hystrix cristata), il cinghiale (sus scrofa), il picchio nero (dryocopus martius). Importante presenze faunistiche sono: l'aquila del Bonelli (hieraeti sciatus) elegante e raro rapace, il reale detto "bufa", il falco pelle; (falco peregrinus) detto "farcuni t zo", l'astore (accipiter gentilis) "niglia o lupaceddu" e fra gli u< migratori il falco pecchiaiolo (p apivorus) detto "adorno". Nelle zone più umide si possono trovare il rospo smeraldino (bufo viridis), la rana italica e la salamandrina dagli occhiali ( mandrina terdigitata). Piccoli sentieri............
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