IMPRESSIONI SULLA “CACCIA AL TESORO 2004”

Di Gianfranco Cordì

 

 Leo Bruzzaniti scendeva, in bicicletta, verso il ponte di Santa Venere. Noi eravamo lì, da quasi un ora: e non era arrivato nessuno. Leo fu il primo a vederci. Ma, credo (non lo saprò mai ) non ne fece parola con  nessuno. Se ne andò per la sua strada e la prima squadra arrivò dopo poco: i “Piripillasi girls”: Agata, Antonella e Loredana. Si era alla seconda postazione della “ Caccia al tesoro 2004 ”cioè a “Santa Venere”. Ogni squadra poteva arrivarci riflettendo su un “ponte”, “Dario Argento” e il “ buon selvaggio” di Roussoau. Il risultato era il titolo di un libro di Saverio Strati, Il selvaggio di Santa Venere; che doveva portare, appunto, a Santa Venere.

 

La “ Caccia al tesoro 2004” è stata, dunque, una “Caccia al tesoro” anomala. Partita fra le polemiche si è conclusa con un furto ed una standing-ovetion per tutti quanti. E’ stato, questo, l’anno che ( con mia grande sorpresa e incredulità ) abbiamo ricevuto più complimenti per la gara: io, per parte mia, come sempre quando la maggior parte delle persone mi dicono che ho fatto una cosa bene, mi sto ancora chiedendo dove ho sbagliato. La gara è partita da piazza Municipio con il gioco del pigiama. Un componente per ogni squadra doveva arrivare in pigiama, recuperare un paio di pantofole, prendere un cuscino e farsi cadere un lenzuolo in testa. Grandissima è stata Agata Sgabellone ( della squadra “ S. F. Siamo solo noi ” ): che è giunta in piazza con un gradevolissimo pigiama con i fiocchetti bianchi e blu, le treccine e le lentiggini disegnate in faccia. I complimenti da parte di tutti noi ad Agata sono subito partiti. Notevole anche un bambino di nome Pietropaolo: vederlo in pigiamino così basso e piccolo è stato un colpo al cuore. E complimenti anche a Pietro  ( della squadra S.C.L.) che, dopo aver portato a termine il primo gioco, ha fatto l’intera “ Caccia” con addosso il suo pigiama. E’ stato questo il modo più bello di interpretare il senso della nostra gara. Quello,cioè, di divertirsi per divertirsi. I miei tre Oscar vanno dunque ad Agata, Pietropaolo e Pietro. E la gara, poi, si è condotta quasi naturalmente verso la sua conclusione inaspettata. Siamo passati per la Fiumara La Verde dove ogni squadra ha annunciato ( all’interno del Confessionale )  le sue nomination. Ognuno poteva nominare 4 squadre che non gli fossero andate a genio. I “Red Angels” sono stati i più nominati: ed hanno, subito, perso 3 punti. Siamo poi arrivati all’ Oratorio, dove la mia idea ( che, quest’anno,  la gara sarebbe stata interpretata da tutti per il verso giusto ) si è concretizzata in maniera, direi, inequivocabile. La signora Grazia ha portato un’insalatiera intera di maccheroni: per chi ne volesse.  Il gesto più bello, perché più sincero. Ecco che la mia idea, in quel momento lì, ha preso forma. Quest’anno, mi sono reso conto,  tutti i partecipanti hanno concepito  la gara nel modo più giusto; e cioè quello di divertirsi e far divertire. Costruirsi addosso ognuno la propria “ Caccia al Tesoro”. Non potevo (da quel momento in poi ) avere nessun  dubbio: ogni ulteriore attestato di stima che fosse giunto sarebbe stato sincero. E conseguente.

Ognuno stava vivendo un suo momento di svago e di gioia: non eravamo più noi ad aver scritto la gara: era la gente che stava inventando, ciascuno a suo modo, il proprio copione. ( Questa è una delle regole-base di quando si progetta un film: lo sceneggiatore dispone una partitura; ma sarà, poi, l’attore a costruire su di essa  una forma; un’anima. Dunque: tutti quanti stavano girando il loro film,  quel 25 Agosto a Samo; ed era un film di cui nessuno di noi era più il regista. Il vero director era soltanto la voglia di stare assieme ). E così siamo arrivati al “ Bar Pitagora” con il gioco del Monopattino. E la “Commedia” del “ Galletto Coccodè” era già cominciata in piazza. Con un colpo di genio il “Comitato Festa” ha finito, infatti, per programmare  una rappresentazione teatrale giusto  in concomitanza con la nostra “Caccia”; realizzando ( così ) un’inedita situazione di imbarazzo sia in tutti noi che nella compagnia di Pardesca. Non è polemica questa: è il racconto di un fatto. Lascio a tutti voi trarre le conclusioni. E, finalmente, eccoci giunti al  “ Tesoro”. Ma il “Tesoro” è scomparso. Alla “Rocca”non si trova niente. Si decide di dare i punti alla “S.C.L.”. E Tutti a cenare con le pizze del Panificio Bruzzaniti. Ci sono altre cose da raccontare, altre impressioni che ho avuto: per esempio, all’Oratorio, gli “Afor” che dovevano portare come oggetto “Na gaglina prena” hanno condotto verso di noi Pasquale che è soprannominato “ U gaglina prena”. E poi: le “Superstars” che, in piazza Municipio, hanno fatto fumare una “Camel” ad un signore coi baffi. In realtà bisognava condurre una donna alta 1.57 ( che fumasse una “Camel “ davanti a noi ).

 Ma i “Superstars” hanno, invece, portato “U Gianni di Fulesi” che, alla domanda di mia sorella Ilaria: “ Ma, lei non è una donna ?”, ha risposto “ Io sono una donna” ( e si è messo a fumare ). E Bravo anche Giannantoni Brancatisano che, interpellato da una squadra a proposito del calendario di Adriana Volpe, mi è venuto a dire: “ Gianfranco, vinnaru glia mia pa calendari. Ca chi sugnu eu, nu tipu i calendari ? “ . Al che io gli ho chiesto “ ma tu ce l’avevi ?”. E lui: “ Certu co ‘ndavia”. Alla fine hanno vinto gli “Angeli nella nebbia” cioè Domenico Mandarano, Marco Bruzzaniti, Patrizia Quartuccio, Graziella Marmina e Placidino Bruzzaniti. Al secondo posto gli “Afor” ed al terzo gli “S.C.L.”. ( Marco Bruzzaniti entra nell’albo d’oro come l’unico, a Samo, da quando le organizziamo noi, ad aver vinto due “Cacce” ). In conclusione: tanti, forse troppi complimenti, che io ( ovviamente ) divido con mia sorella Ilaria,  Fortunata Pizzati, Giovanna Iacopino, Francesco Speranza e Maria Giampaolo. Aiutanti preziosi. In conclusione: tanto divertimento. In conclusione: un miracolo : nel corso del primo gioco, Ciccio Muto mi ha chiesto il megafono e si è messo a parlare. La “ Caccia al tesoro “, ormai, può davvero tutto.

 

 Dedico queste “ Impressioni” alla donna che è partita per la Tunisia. (G.C.)