Di Gianfranco Cordì
E questa è la ballata che mai non è doma, e questa è la ballata di una ragazza di Roma. E questa è la ballata di un irresistibile richiamo, e questa è la ballata di una ragazza che viene a Samo. C. S. Lewis scrisse il romanzo Perelandra e questa è la ballata di Alessandra. Per cantarla c’è bisogno di un tramonto e delle ali, e questa è la ballata dei sogni che sono tali. A Roma lei ci abita da molto e non da ieri, lontana dai giudizi lontana dai dispiaceri. Se i fascisti volevano conquistare l’Abissinia allora è vero com’è vero che tutti i sogni fanno una linea. E questa è la ballata dei desideri e le speranze e questa è la ballata di questa ed altre stanze. Alessandra ha un età che è alquanto improbabile ma questa è la ballata dove ogni cosa è ancora possibile. Persino che Francuzzo si innamori un po’ di lei, e questa è la ballata del suo sincero “ chi sei ?”. E questa è la ballata di una ragazza che lo ha stregato, e questa è la ballata di un Francuzzo innamorato. E questa è la ballata che noi tutti siamo e non siamo: puoi parlare con Alessandra in un’estate di Samo. La ballata conclude pensando ai sogni di Francuzzo, che sta chiedendo ad Alessandra: ti sembra forse che io puzzo ? In fondo, pensa il negoziante, non voglio amarla e ne baciarla, non voglio stare con lei e neanche lasciarla. Mi basterebbe infine le dice ( con un filo di amarezza ) che tu, sui miei capelli bianchi, dessi una semplice carezza.