La mia Infanzia......

 

DIARIO SAMESE BY PARENTE

 

Samo: Giugno 1981:

Ero arrivato da qualche giorno a Samo, ( paese natale di mia madre e dei miei nonni);  io che provenivo da una realtà completamente diversa da quella che avrei riscontrato da li a poco. Avevo lasciato la città di Torino con la mia famiglia per vivere in CALABRIA...(MAGNIFICA REGIONE)...Non conoscevo nessuno, le mie paure crescevano ora dopo ora, non sapevo il modo con cui avrei potuto socializzare con qualcuno, e i pensieri mi frullavano per la testa:Mi dicevo tra me; speriamo di conoscere persone che capiscano il mio stato d'animo  e che vengano incontro alla mia situazione, comprendendo il "TRAUMA" subìto per aver perso gli amici piemontesi, che non avrei forse più rivisto;(togliamo il forse)... insomma; in parole povere....mi cagavo addosso:Ma i miei timori, furono subito spazzati via, perché incontrai per la mia strada, gente comprensiva e che mi aiutò a superare quel brutto momento di confusione:La prima persona con cui condivisi subito qualche argomento, fu Piero...(lo juventino della via la verde), il quale appena mi vide e informato della mia situazione mi chiese:

"Tu si chigliu chi veni i Torinu?" ed io risposi: Certo mi chiamo Giuseppe! Piero era assieme a due suoi amici , (Paolo e Maurizio) e ordinò loro: M'azzamulu i corpa!  (Picchiamolo)! Io preso dalla paura feci qualche passo indietro ma i compagni di Piero, che ubbidivano allo juventino sfegatato, in quella occasione risposero: Oh Piero! Non e' questo il modo di ricevere un torinese, che figura facciamo? Possibile che sempre dobbiamo far parlar male di noi gente calabrese? Sii comprensivo almeno per una volta che ti costa; noi siamo brava gente, non ci permetteremmo mai di far del male ad un nuovo arrivato: infatti dissero al alta voce: Piero m'azzalu tu! (picchialo da te)!Piero s'infurio' e  decise di far merenda da solo e lasciò gli amici con un palmo di naso, mentre il furbo fighiu i Mastru Vicenzu, si facià nu rogliu cu nu pezzi i pani cu nu sarzizzu ( che tradotto significa un panino con il salame). Dopo qualche incomprensione, feci amicizia con il trio che viveva vicino casa mia, e cominciò a prendere forma la mia persona....da Giuseppe, sarei in poco tempo diventato l'attuale Parente.

Amico Ribul

Qualche anno dopo, Piero si presentò con un suo cugino  che proveniva dal Nord Est : Fighioli:! Disse il "bianconero samese"; vi presentu a cuginuma u ARDU! (Aldo per chi legge).... E noi tutti: Cu cazzu esti su scialoccu? ( traduz.....Chi e' costui).....???

Piero insisteva nel dirci, rispettate mio cugino, egli e' un bravo ragazzo, non sporca, ma sopratutto sapi i joca bonu u palluni! (GIOCA BENE A CALCIO)...

Ah si? rispondemmo noi? dacci una dimostrazione pratica! Infatti prese la parola Paolo che tra noi era il più intelligente e' chiese al fanciullo di origine veneta:

Mi sai dire com'e' u palluni? TUNDU O QUATRATO?  traduz: Che forma ha il pallone e' rotondo o quadrato? Ma Aldo che era un tipo sveglio rispose:

"OVALE"

All'improvviso calò il gelo fra noi; Nessuno in quell'istante infatti, capì cosa fosse uscita dalla bocca del giovane nordista, ma Paolo che non voleva apparire ignorante, rispose:

Bravo!

Hai superato il test...

puoi giocare con noi!

Così cominciò a formarsi il quartetto della via la verde....e da li prese forma la vita calcistica dietro alle scuole elementari....Una specie di campo sacro....(tipico stadio Filadelfia per intenderci); dove l' ordine del giorno era il medesimo:

Cu u porta u palluni??

Già il pallone, nostro caro compagno di gioco....era l'oggetto più desiderato da noi ragazzi dell'epoca...Sognavamo ad occhi aperti di emulare campioni del passato come Platini, Boniek, Pruzzo, Dossena ecc.... qualcuno ci sarebbe forse anche riuscito....se ci fosse stato il pallone....

Si giocava con quello che capitava, bottiglie, barattoli spugne.....insomma; tutto quello che era buono per farsi una partita in sana compagnia e divertimento... Come poi, non ricordare l'educazione e il rispetto per l'avversario.. Eh si,  perché era il motto di tutti noi...
prima regola....l 'importante e' partecipare, non vincere!

Basati su questi comandamenti, ci si avviava a svolgere gli incontri di "soccer"...

Piero era il più bravo ad evitare risse inutili....ti veniva sempre incontro....si incontru cu na motopala...se per caso il suo tiro fosse stato impreciso nel raggiungere la rete..".Parenti ; "era goal no ribattuta capiscistuvu?" e' stasira pigghiu nu cutegliu e vi taghiu a gula!

Che dire? ancora chissu non esti nenti.....

be continue.............

 

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